Un gesto rapido e mirato può evitare guasti costosi e prolungare la vita del tuo impianto. Quando l’aria fredda prende il sopravvento e i riscaldamenti entrano in funzione, molti lasciano il condizionatore esterno esposto alle intemperie senza pensarci troppo. Quel blocco metallico con compressore e ventole è progettato per resistere a pioggia e vento, ma non è indistruttibile: basta poco per trasformare un piccolo problema in una spesa ingente. Un dettaglio che molti sottovalutano è che una protezione mal fatta può intrappolare umidità e peggiorare la situazione invece di risolverla.
Perché coprirlo tutto è spesso un errore
L’unità esterna non è solo un involucro: contiene lo scambiatore di calore e componenti che richiedono aria libera per funzionare correttamente. Coprire il box in modo troppo aderente impedisce la circolazione e ostacola il processo di sbrinamento automatico presente nelle pompe di calore, con il rischio di aumentare i consumi e causare malfunzionamenti. I tecnici del settore lo segnalano nelle case in molte città italiane: bastano settimane di sbagliate coperture per far comparire ruggine o muffa all’interno.
In climi freddi si forma spesso un sottile strato di ghiaccio sulle alette: è un fenomeno normale che l’impianto gestisce autonomamente. Intervenire con raschietti o teli impermeabili può compromettere i sensori e forzare componenti come il compressore, generando costi di riparazione. Un dettaglio che in molte abitazioni del Nord Italia si nota solo in inverno è la riduzione dell’efficienza dopo coperture troppo strette: il climatizzatore lavora di più e consuma di più.
Per questo motivo gli esperti consigliano protezioni mirate: coprire solo la parte superiore per impedire l’ingresso di foglie e rami, oppure usare una copertura che lasci passare l’aria. In aree con vegetazione abbondante è consigliabile un controllo ogni mese per rimuovere detriti: bastano pochi minuti per mantenere l’impianto efficiente e contenere l’usura.

Le mosse pratiche di 5 minuti che contano
Prima di abbandonare l’unità al freddo, agisci con poche operazioni rapide. Solleva il condizionatore di qualche centimetro se è a livello del terreno, così da evitare accumuli di neve o acqua sotto il telaio: è una precauzione utile soprattutto nelle regioni soggette a forte innevamento. Mantenere la base rialzata riduce il rischio che l’acqua ristagni e congeli dove non dovrebbe.
Se l’installazione è vicino a cespugli o alberi, copri solo la parte superiore con un telo leggero o un pannello traspirante: così si limita l’ingresso di sporco senza interrompere la ventilazione. Chi vive in appartamenti con balconi affacciati su cortili lo nota spesso: le foglie possono entrare e intasare le alette. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che la polvere urbana accumulata in inverno può accelerare l’usura se non rimossa.
Infine, se l’impianto resterà fermo per mesi, opta per una copertura specifica traspirante e programma un controllo visivo mensile: rimuovere detriti e controllare i collegamenti richiede pochi minuti. Questo tipo di manutenzione preventiva può evitare guasti e, secondo stime realistiche riportate da fonti tecniche, contribuire a evitare interventi che costerebbero fino a 2.000 euro. Un gesto rapido ora significa meno problemi quando tornerà la stagione calda e il condizionatore riprenderà servizio.





