La centrifuga che vibra, il pavimento che tremola e quel ronzio che non ti lascia mai: è una scena familiare in molte case, soprattutto negli appartamenti. Dietro a quel disturbo non c’è sempre un guasto costoso, ma spesso un problema di equilibrio e di sensibilità dei componenti elettronici. Tecnici e manutentori lo ripetono: una semplice calibrazione può riportare la macchina a comportarsi come appena uscita dalla fabbrica, riducendo rumore, vibrazioni e sprechi di acqua ed energia. In queste righe spieghiamo perché conviene intervenire e come procedere, senza promesse esagerate ma con indicazioni pratiche che molti utenti in Italia possono applicare in autonomia.
Perché la calibrazione fa la differenza
La lavatrice è un insieme di elementi meccanici ed elettronici che lavorano in sincronia: sensori di peso, sonda della temperatura, valvole dell’acqua e il sistema che controlla la rotazione del cestello. Con l’uso quotidiano questi componenti possono perdere precisione: il sensore di carico non riconosce correttamente la distribuzione dei panni, l’elettronica interpreta male la posizione del tamburo e il risultato è un ciclo di centrifuga rumoroso e dispendioso. La calibrazione interviene proprio su questi elementi, permettendo al sistema di rilevare nuovamente la posizione esatta del tamburo e la resistenza che incontra durante la rotazione. In molti casi ciò riduce gli scatti, i colpi e le vibrazioni che si sentono in casa.
Secondo le indicazioni dei produttori, tra cui marchi noti utilizzati anche nel Nord Europa e in Italia, la procedura è raccomandata dopo l’installazione o dopo ogni trasloco. Un dettaglio che molti sottovalutano è che anche spostamenti lievi o pavimenti irregolari possono alterare il bilanciamento, e il problema emerge soprattutto durante la centrifuga ad alta velocità. Chi vive in condomini o in case con pavimenti sottili lo nota più spesso; allo stesso tempo, una macchina bilanciata lavora in modo più efficiente e riduce l’usura dei componenti.

Come eseguire la procedura passo dopo passo
La calibrazione non richiede attrezzi speciali e spesso si attiva dal pannello di controllo: prima di tutto è importante che la lavatrice sia svuotata e posizionata su una base stabile. Molti modelli presentano una combinazione di tasti da premere per alcuni secondi, per esempio i comandi relativi alla temperatura e alla durata del programma; questa sequenza avvia una routine che fa ruotare il tamburo lentamente e poi a vuoto per rilevare la posizione e correggere il bilanciamento. In alternativa, alcune macchine hanno un programma chiamato esplicitamente “calibrazione” o “autodiagnosi” nel quale il sistema esegue le misurazioni automaticamente. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’effetto delle basse temperature sulla precisione dei sensori, quindi vale la pena ripetere la procedura in caso di oscillazioni stagionali.
In pratica, gli step comuni sono eseguire un ciclo a vuoto o attivare la funzione dedicata, attendere che il tamburo compia le rotazioni previste e lasciare che la macchina completi la routine: al termine il dispositivo reimposta i parametri. Se il manuale cartaceo è assente, il modello della lavatrice può essere cercato online per istruzioni specifiche; tuttavia, se dopo la calibrazione persistono colpi o rumori è probabile che ci siano problemi meccanici alle sospensioni o agli ammortizzatori, in quel caso l’intervento di un tecnico diventa necessario. In molte abitazioni italiane, ripristinare il corretto equilibrio del tamburo si traduce in un rumore in meno e in un apparecchio che consuma meno, un risultato concreto per la vita quotidiana.





