Il bonifico contrario colpisce a Roma: perché la telefonata della banca azzera centinaia di conti?

Il bonifico contrario colpisce a Roma: perché la telefonata della banca azzera centinaia di conti?

Il bonifico contrario colpisce a Roma: perché la telefonata della banca azzera centinaia di conti? - pallamanonews.it

Floriana Scala

Ottobre 23, 2025

Una telefonata che sembra arrivare dalla tua filiale: voce calma, numero identico a quello sul folio della banca, e l’avviso di un presunto movimento anomalo sul conto. In pochi minuti, dietro l’apparente procedura di sicurezza, decine di persone perdono l’accesso ai propri risparmi trasferiti su conti che scompaiono nel circuito internazionale. È questo lo scenario che sta emergendo in diverse città italiane, con un’azione che combina spoofing, ingegneria sociale e servizi telefonici internazionali. Un dettaglio che molti sottovalutano: la naturale fiducia verso un numero “conosciuto” è la leva principale usata dai malintenzionati.

Come funziona la truffa e perché è così rapida

La tecnica parte quasi sempre allo stesso modo: una chiamata che mostra sul display il numero ufficiale della banca o dell’istituto postale. L’interlocutore, preparato e con informazioni parziali sul conto, segnala un’anomalia e propone un bonifico “temporaneo” su un conto definito di sicurezza per bloccare il presunto furto. Chi riceve la chiamata, convinto della legittimità, autorizza il trasferimento. È qui che scatta la trappola: il bonifico viene eseguito e i fondi vengono spostati in pochi passaggi, spesso verso conti esteri o circuiti difficile da rintracciare.

Alla base di tutto c’è il spoofing, una procedura che consente di falsificare il numero visualizzato dal chiamato. Questo è spesso integrato da SMS contraffatti che appaiono nella stessa conversazione ufficiale, rafforzando l’illusione. Gli attacchi si avvalgono di servizi VoIP internazionali e di dati ottenuti in precedenti violazioni per rendere la telefonata credibile. Un fenomeno che in molti notano: spesso gli impostori citano movimenti recenti o il saldo parziale per abbassare la guardia.

Il risultato è quasi sempre lo stesso: trasferimenti immediati e definitiva perdita dei fondi. Tecnici e operatori del settore sottolineano che il tempo a disposizione della vittima è minimo, e che la rapidità dei trasferimenti rende la procedura di recupero complessa. Per questo, la prevenzione e l’attenzione ai dettagli della comunicazione telefonica rimangono determinanti.

Il bonifico contrario colpisce a Roma: perché la telefonata della banca azzera centinaia di conti?
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Perché Roma è diventata un bersaglio e come agiscono i gruppi

La capitale emerge come uno dei punti caldi per questa ondata di truffe, complice la grande popolazione, l’uso diffuso di servizi bancari digitali e la varietà di utenze. In quartieri centrali e periferici si registrano molte segnalazioni: spesso gli interlocutori dimostrano conoscenze sui conti che convincono anche utenti attenti. Secondo denunce raccolte in più province, in diversi casi le vittime hanno perso somme consistenti, talvolta superiori a 50.000 euro. Un caso riportato mostra una persona che ha visto sparire quasi 59.000 euro dopo una serie coordinata di chiamate e messaggi.

I gruppi criminali sfruttano strutture internazionali, utilizzando servizi VoIP per mascherare l’origine delle chiamate e appoggiando le operazioni su Paesi con poche intese giudiziarie. Questo rende complesso il tracciamento e rallenta le indagini. Un aspetto che sfugge a chi vive in città: l’apparente anonimato del chiamante è spesso sostenuto da infrastrutture tecnologiche distribuite e difficili da bloccare rapidamente.

Chi indaga segnala inoltre che gli attacchi non sono casuali: spesso seguono fughe di dati o phishing precedenti che forniscono elementi utili agli operatori illeciti. Le tecniche si evolvono con l’obiettivo di ridurre i tempi tra la chiamata e il trasferimento, così da evitare reazioni efficaci da parte delle banche. Al tempo stesso, la capacità di simulare numeri riconoscibili aumenta la pressione sulle vittime e la probabilità che seguano le istruzioni ricevute.

Come difendersi: comportamenti concreti e canali di segnalazione

Le banche ribadiscono regole chiare: nessuna istituzione finanziaria chiede codici, password o la conferma di operazioni sensibili via telefono o SMS. Nessun operatore autorizza bonifici urgenti verso conti temporanei come misura di “sicurezza”. Se la richiesta arriva al telefono, la prima azione consigliata è interrompere la conversazione e richiamare il numero ufficiale presente sui documenti o sul sito istituzionale per verificare la legittimità.

Un dettaglio che molti sottovalutano: annotare il numero chiamante e salvare eventuali messaggi può essere utile per le indagini. È inoltre fondamentale segnalare l’episodio alla Polizia Postale e alla propria banca il prima possibile. Le segnalazioni consentono di attivare blocchi, verifiche e procedimenti che aumentano le chance di recupero, oltre a contribuire a mappare le campagne criminali.

Alcune iniziative istituzionali e campagne di settore, come la campagna “Stop Frodi”, puntano a diffondere informazioni pratiche: non condividere credenziali, non eseguire trasferimenti su indicazione telefonica e chiedere sempre conferme attraverso canali ufficiali. Per molti cittadini in Italia e nel Lazio, la consapevolezza è diventata l’arma principale: mantenere la prudenza nelle comunicazioni e segnalare ogni anomalia aiuta a ridurre il rischio che altre persone cadano nella stessa trappola.