Alla cassa del supermercato, tra scaffali e scontrini, c’è chi estrae una tessera che vale una cifra precisa: 500 euro per la spesa. Non è un buono qualunque, ma la cosiddetta carta dedicata a te, la “social card” pensata per alleggerire il carrello delle famiglie più fragili. In molte città italiane i comuni stanno già ricevendo le comunicazioni dall’INPS e mandano avvisi alle famiglie: un messaggio che segnala la disponibilità della carta presso Poste Italiane o la ricarica sui dispositivi già attivi. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la gestione è automatica: non serve presentarsi di persona agli uffici per chiedere il contributo, lo raccontano i tecnici degli enti locali.
La misura e il rifinanziamento
La manovra di bilancio ha confermato che la misura proseguirà anche negli anni successivi, con un incremento delle risorse: il fondo viene aumentato di 500.000.000 di euro per ciascuno degli anni considerati. Questo rifinanziamento mantiene intatta la natura della carta, ossia un contributo una tantum di 500 euro destinato alle famiglie con ISEE in corso di validità non superiore a 15.000 euro. L’obiettivo politico è chiaro: sostenere la spesa alimentare delle famiglie più esposte all’aumento dei prezzi, offrendo un intervento mirato e con procedure snelle. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’aumento dei bisogni alimentari nelle famiglie numerose; la carta è pensata anche per attenuare queste variazioni stagionali.
Il contenuto finanziario della misura non cambia: la disponibilità sulla carta è riservata ai beni di prima necessità e sono espressamente esclusi gli alcolici. La definizione di “beni ammessi” rinvia all’allegato 1 del DL n. 131/2023, che indica categorie concrete come carni, pescato, latticini, pane e prodotti da forno, cereali, ortaggi e frutta, alimenti per la prima infanzia e altri generi alimentari di uso quotidiano. Questa scelta normativa conferisce maggiore certezza agli esercenti e ai beneficiari, riducendo le controversie su usi impropri della carta. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto possa incidere una ricarica puntuale sulle spese mensili di una famiglia con reddito molto basso.

Chi sono i beneficiari e come vengono selezionati
I destinatari vengono individuati in via automatica dall’INPS sulla base dei dati ISEE e di criteri di priorità che tengono conto della composizione del nucleo familiare e di altre condizioni socioeconomiche. Non si tratta di un sostegno “ad personam”: la carta è assegnata una sola volta per ogni nucleo familiare, anche se all’interno ci sono più componenti che soddisfano i requisiti. Questo meccanismo evita duplicazioni e garantisce una distribuzione più equa delle risorse disponibili. Chi vive in piccoli centri racconta che spesso la comunicazione arriva tramite il proprio comune, che collabora con l’INPS per la notificazione dei beneficiari.
Una volta completata la selezione, l’INPS invia agli enti locali l’elenco dei titolari; i comuni informano i cittadini sull’operatività della carta e sulle modalità di ritiro presso Poste Italiane o sulla ricarica diretta per chi ha già la tessera. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la comunicazione può passare anche attraverso canali postali o avvisi affissi agli uffici comunali, quindi è utile controllare le notifiche ricevute. Le regole di priorità e la soglia ISEE rimangono gli elementi principali per la scelta dei beneficiari, e la procedura automatica migliora la tempestività dell’erogazione.
Come e quando si spende la carta
La somma è vincolata all’acquisto di alimenti di prima necessità e il codice normativo ne specifica i limiti: niente alcolici e uso esclusivamente per generi elencati nel decreto. I tempi di utilizzo non sono indefiniti: l’INPS definisce annualmente le finestre temporali per il primo acquisto e per l’esaurimento del saldo, tramite apposito messaggio. Per fare un esempio operativo, per una delle edizioni recenti il primo utilizzo doveva avvenire entro una data stabilita e il saldo doveva essere speso entro alcune settimane successive; queste scadenze servono a evitare accumuli di risorse non utilizzate e a gestire i fondi con regole chiare.
La carta è pensata per essere utilizzata nei punti vendita che accettano lo strumento previsto e la ricarica viene resa disponibile sia per chi ritira la carta ex novo sia per chi la possiede già. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’affollamento alle sportellerie postali nei giorni successivi alla notifica: per questo i comuni e Poste Italiane coordinano le attività di consegna e assistenza. Infine, la misura è stata concepita come strumento di contrasto alla povertà alimentare: nelle aree metropolitane così come nei piccoli paesi, la carta offre un contributo operativo che si traduce in generi alimentari concreti nel carrello delle famiglie che ne hanno bisogno.





